Perseverance ha inviato immagini di ciò che potrebbero essere i segni di un fiume turbolento

Il rover Perseverance della Nasa ha inviato delle nuove immagini che potrebbero mostrare segni di quello che un tempo era un fiume turbolento su Marte.
Si tratterebbe di un fiume che era più profondo e più veloce di quanto gli scienziati abbiano mai visto in passato e che presumibilmente faceva parte di una rete di corsi d'acqua che confluivano nel cratere Jezero, ovvero l'area che il rover sta esplorando da quando più di due anni fa è “atterrato” là
(non so quale termine si potrebbe usare correttamente per indicare l’arrivo su Marte, perché se per gli arrivi sulla Luna si parla di allunaggio, per la discesa di un mezzo sul pianeta rosso dubito che si possa parlare di ammartaggio).

Gli scienziati pensano che le bande di rocce viste in queste immagini possano essere state formate da un fiume molto veloce e profondo e che esse costituiscano la prima prova di questo tipo che sia stata trovata su Marte.

Inoltre, le prove che sono state trovate su queste rocce stanno portando gli scienziati a ripensare a come apparivano gli ambienti acquatici sull'antico Marte.

La comprensione di questi ambienti acquosi potrebbe aiutare gli scienziati negli sforzi che stanno compiendo per cercare segni di un'antica vita microbica che potrebbe essere stata preservata nella roccia marziana.

Perseverance sta esplorando la cima di un mucchio di roccia sedimentaria a forma di ventaglio alto 250 metri e caratterizzato da strati curvi che suggeriscono l’antica presenza di acqua che scorre.

Una domanda a cui gli scienziati vogliono rispondere è se quell'acqua scorresse in corsi d'acqua relativamente poco profondi - più vicini a ciò di cui il rover Curiosity della NASA ha trovato prove nel Gale Crater - oppure se quell'acqua scorresse in un sistema fluviale più potente.

Ricucendo insieme le centinaia di immagini catturate dallo strumento Mastcam-Z di Perseverance (che ha anche rivelato indizi importanti, come grani di sedimenti grossolani e ciottoli) sono stati ottenuti due nuovi mosaici, che suggeriscono che un tempo là ci fosse proprio un potente sistema fluviale.

Infatti, Libby Ives, la ricercatrice post-dottorato che gestisce il rover Perseverance presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha affermato che
“Quelli indicano un fiume ad alta energia che trasportava molti detriti.
Più potente è il flusso d'acqua, più facilmente esso è in grado di spostare pezzi di materiale più grandi".

Forte del suo background nello studio dei fiumi terrestri, Libby Ives ha trascorso gli ultimi sei mesi ad analizzare le immagini della superficie del Pianeta Rosso, per poi dichiarare:
"È stato un piacere guardare le rocce su un altro pianeta e vedere processi così familiari".

Già anni fa gli scienziati avevano notato una serie di bande curve di roccia stratificata all'interno del cratere Jezero, le quali erano state soprannominate "l'unità curvilinea".

Però, mentre prima essi potevano vedere questi strati solamente dallo spazio,
adesso, grazie a Perseverance, sono finalmente in grado di poterli vedere da vicino.

In particolare una posizione all'interno dell'unità curvilinea, soprannominata "Skrinkle Haven",
che il rover Perseverance Mars ha catturato in uno dei nuovi mosaici Mastcam-Z ottenuto dalle riprese di una collina isolata soprannominata "Pinestand",
ha fatto discutere gli scienziati, perché, pur essendo sicuri che quegli strati curvi siano stati formati da acqua che scorreva potente, essi si sono interrogati su che tipo di fiume potesse essersi trattato:
- era un fiume come il Mississippi, che si snoda come un serpente attraverso il paesaggio ?
- oppure era un fiume intrecciato come il Platte del Nebraska, che forma piccole isole di sedimenti, costituiti in pratica da banchi di sabbia ?

Guardandoli da terra, gli strati curvi appaiono disposti in file che si increspano attraverso il paesaggio.

Potrebbe trattarsi dei resti degli argini di un fiume che si sono spostati nel tempo oppure potrebbe trattarsi dei resti di banchi di sabbia che si sono formati nel fiume.

Gli strati erano probabilmente molto più alti in passato.
Gli scienziati sospettano che dopo che questi cumuli di sedimenti si sono trasformati in roccia, essi siano poi stati sabbiati dal vento nel corso degli eoni e scolpiti fino alle loro dimensioni attuali.

Michael Lamb di Caltech, uno specialista fluviale e collaboratore del team scientifico di Perseverance, ha detto che
"Il vento ha agito come un bisturi che ha tagliato le cime di questi depositi"
...
“Vediamo depositi come questo sulla Terra, ma non sono mai così ben esposti come lo sono qui su Marte.
La terra è ricoperta di vegetazione che nasconde questi strati”.

Il secondo mosaico catturato da Perseverance mostra "Pinestand", una collina isolata con strati sedimentari che si incurvano verso il cielo, alcuni alti fino a 20 metri, che, pur facendo parte dell'unità curvilinea,  si trova in una posizione separata a circa un quarto di miglio (450 metri) da Skrinkle Haven.

Gli scienziati pensano che questi alti strati potrebbero essere stati formati da un fiume potente,  ma essi stanno esplorando anche altre spiegazioni.

La ricercatrice Libby Ives, ha quindi detto che
"Questi strati sono insolitamente alti per i fiumi sulla Terra, ma allo stesso tempo, il modo più comune per creare questo tipo di morfologia sarebbe un fiume".

Il team sta continuando a studiare le immagini di Mastcam-Z alla ricerca di ulteriori indizi.

Gli scienziati stanno anche scrutando sotto la superficie, usando lo strumento radar che penetra nel terreno, posto su Perseverance e che viene chiamato RIMFAX (abbreviazione di Radar Imager for Mars' Subsurface Experiment).
Ciò che entrambi gli strumenti consentiranno di apprendere contribuirà all’ulteriore espansione di quel corpo, in continuo ampliamento, di conoscenze sull'antico passato acquoso di Marte.

Katie Stack Morgan del JPL, vice project scientist di Perseverance, ha così dichiarato che
“La cosa eccitante qui è che siamo entrati in una nuova fase della storia di Jezero.
Ed è la prima volta che vediamo ambienti come questo su Marte"

"Stiamo pensando ai fiumi su una scala diversa rispetto a prima".

Uno degli obiettivi chiave per la missione di Perseverance su Marte è l'astrobiologia,
compresa la ricerca di segni di antica vita microbica.
Il rover caratterizzerà quindi la geologia del pianeta e il clima passato,
aprirà la strada all'esplorazione umana del Pianeta Rosso
e sarà la prima missione a raccogliere e immagazzinare roccia e regolite marziane.


Images From NASA's Perseverance May Show Record of Wild Martian River
https://mars.nasa.gov/news/9399/images-from-nasas-perseverance-may-show-record-of-wild-martian-river/?utm_source=iContact&utm_medium=email&utm_campaign=nasas-mars-public-engagement-team&utm_content=20230606-MarsNewsletter

Una battutaccia che mi è sembrata simpatica

In questo periodo le donne devono ricordarsi che quando qualcuno dice loro
"Sei bella come una regina"
non è detto che si tratti proprio di un complimento,
perché bisogna sempre ricordarsi che adesso la regina è Camilla !

Il decerebrato permaloso

Sulla bacheca pubblica del portale Ambiente della Regione Emilia-Romagna ho appena visto che domenica 16 aprile 2023 ER Ambiente - Sostenibilità in Emilia-Romagna ha pubblicato un bellissimo post che, inneggiando al trekking fatto con la testa e rispettando la natura, evidenzia le tracce da conoscere quando si cammina nei boschi.

Questo splendido post è stato corredato dalla geniale immagine che si vede sopra e nella quale sono rappresentate graficamente le impronte dei tanti animali che si possono incontrare nel corso di una sana scampagnata nelle selve.

Si va dalle tracce del cervo, del capriolo, del cinghiale, del tasso, della volpe, della lepre, dello scoiattolo, del lupo, per poi arrivare alle tracce lasciate dal “decerebrato”, un bipede molto particolare, il quale appartiene a una specie che alcuni considerano quella degli animali più intelligenti di tutti, ma che purtroppo comprende anche moltissimi individui che lasciano dietro di sé tante di quelle schifezze da far dubitare che essi siano davvero degli animali dotati di intelligenza.

Ho letto che questa immagine/tabella ha offeso alcune persone, le quali l'hanno considerata di pessimo gusto e si sono affrettate a richiedere all’Ente di modificare quel messaggio.

A me invece piacerebbe davvero molto scoprire chi sia l’ideatore e l’autore di questa meravigliosa immagine, perché vorrei proprio fargli i miei più sentiti e sinceri complimenti, poiché lo considero veramente un genio.


Post di ER Ambiente - Sostenibilità in Emilia-Romagna del 16 aprile 2023
https://www.facebook.com/ERambiente/posts/pfbid0V1KNFqrgrgx7CRm3uPUuDVZB2Vxdzzu1LPHzhU6VHyqPRovbLifyNsWweLBmYpinl?__cft__[0]=AZWDYSBO2Ef14oj1ApFXWCtQadibpN5SqRqAeVWL_DkCeYlhWEJpnYxa4sUEpAfdLaeSPs1iK4JwB2zuQHQJoI6QGxJIsvB7OdhRS7PnigESrg5_KAWu240e2O6zN788k414kh9ksFdSzW0nAKNZVqX_mOSuZUuNeaULIKL-qPHpeKek_vhrKbCnLIDpdKDgUNc&__tn__=%2CO%2CP-R

Si vive ogni giorno

Chissà quante volte qualcuno ci ha detto, oppure noi stessi abbiamo detto, che “si vive una volta sola”, magari con l’intenzione di giustificare qualche birichinata, ovvero qualche “pazzia” appena commessa o prossima a essere compiuta.

Questo modo di dire si rifà alla celeberrima frase di Mae West, la quale, invitando a non lasciarsi sfuggire delle occasioni e a vivere la propria vita con intensità e passione, un bel giorno disse :
Si vive una volta sola, ma se lo fai bene, una volta sola è abbastanza.

Non avevo mai riflettuto in particolare sulla questione, infatti anch’io in diverse occasioni ho detto, e mi sono detto, che “si vive una volta sola”.

Ieri però ho visto la vignetta riportata nell’immagine che compare qui sopra e nella quale si possono osservare due giovani seduti in riva al mare intenti a chiacchierare, con il primo che inizia dichiarando :
- Si vive una volta sola.
Al che il secondo risponde :
- Errato ! Si muore solo una volta. Si vive ogni giorno 


Questa vignetta a me è piaciuta moltissimo, perché essa fornisce un interessante cambiamento di prospettiva, ricordandoci che la vita è breve e che va vissuta appieno, approfittando di ogni momento per fare quello che ci piace e per diventare la versione migliore di noi stessi, cercando sempre di seguire i nostri desideri e le nostre passioni, senza lasciarci intimidire da certe convenzioni sociali.

Da domani potremo/potremmo comprare cibi contenenti farina di grillo

Sugli scaffali dei negozi e dei supermercati dell’Unione europea potremo molto presto trovare alimenti che sono stati preparati utilizzando della farina di grillo, considerato che il giorno 3 del corrente mese la Commissione europea ha dato il via libera all’immissione sul mercato della polvere di grillo domestico a partire proprio dal 24 gennaio.

Per un periodo di cinque anni, quindi fino al 24 gennaio 2028, solamente la società Cricket One Co. Ltd sarà autorizzata a immettere sul mercato dell'Unione questo cosiddetto nuovo alimento, che sull'etichetta dei prodotti alimentari che lo contengono dovrà figurare nell’elenco degli ingredienti con la denominazione di “polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)”.

La lista degli alimenti nei quali la farina di grillo potrà essere utilizzata è piuttosto lunga e comprende tutto quanto segue:

  • Pane e panini multicereali; cracker e grissini,
  • Barrette ai cereali,
  • Premiscele per prodotti da forno (secche),
  • Biscotti,
  • Prodotti a base di pasta (secchi),
  • Prodotti a base di pasta farcita (secchi),
  • Salse,
  • Prodotti trasformati a base di patate, piatti a base di leguminose e di verdure, pizza e prodotti a base di pasta,
  • Siero di latte in polvere,
  • Prodotti sostitutivi della carne,
  • Minestre e minestre concentrate o in polvere,
  • Snack a base di farina di granturco,
  • Bevande tipo birra,
  • Prodotti a base di cioccolato,
  • Frutta a guscio e semi oleosi,
  • Snack diversi dalle patatine,
  • Preparati a base di carne.
Visto che non ho alcuna intenzione di mangiarmi cose che siano state preparate usando quella polvere, e visto che essa potrà essere presente praticamente in quasi tutto, mi sono ripromesso di cominciare a leggere con molta attenzione le etichette di tutti i prodotti che acquisterò da ora in poi.

Comunque, la farina di grillo non è certo una “primizia” nell’ambito della commercializzazione in Europa di insetti a scopo alimentare, poiché nel vecchio continente il regolamento sui “novel food” è entrato in vigore già nel 2018, quindi è da qualche anno che qualcuno si sta mangiando prodotti preparati impiegando farina di insetti, come la larva gialla della farina (ad esempio le chips di mais Fucibo arricchite con farina di insetti), e si sta bevendo bevande e liquori contenenti E120, il quale viene ottenuto dalla polvere di cocciniglia.

Purtroppo bisogna anche rilevare che gli insetti non finiscono solo sulle tavole di coloro che li considerano delle leccornie, perché è molto probabile che ciascuno di noi, anche se involontariamente, sia costretto a ingurgitarsene una certa dose, poiché la legge tollera che una piccola quantità di insetti possa essere presente nell’insalata, nelle marmellate, nelle aranciate, nei succhi di frutta, nelle passate di pomodoro, nelle farine, nelle barrette di cioccolato.



REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2023/5 DELLA COMMISSIONE del 3 gennaio 2023
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32023R0005&from=IT


Chips di mais con farina di insetti
https://fucibo.com/it/prodotti-a-base-di-insetti/chips-con-farina-di-insetti/


REGOLAMENTO (UE) 2015/2283 relativo ai nuovi alimenti
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32015R2283&from=IT

Intermezzo musicale : Stille Nacht, heilige Nacht

Stille Nacht, heilige Nacht è uno dei più bei canti natalizi di tutti i tempi.

Le sue parole furono scritte nel 1816 dal prete austriaco Joseph Mohr e la sua musica fu composta un paio di anni dopo dal maestro elementare Franz Xaver Gruber, anch’egli austriaco.

Pur trattandosi di una semplice canzoncina, a me piace molto, non perché essa sia diventata uno fra i più celebri canti di Natale al mondo, ma perché ne apprezzo la semplicità sia del testo sia del motivo musicale e perché la considero un vero e proprio inno alla pace.

Si dice che durante la notte del 24 dicembre 1914, quindi quando l’Europa stava praticamente vivendo gli inizi della prima guerra mondiale, alcuni soldati tedeschi decisero di esporre, oltre il bordo della loro trincea, alcuni piccoli alberi di Natale illuminati, in segno di pace.
Dopo questa semplice azione accadde qualcosa di stupendo e di incredibile, poiché su un tratto di ben 50 chilometri di entrambe le linee del fronte i soldati deposero le loro armi e i loro elmetti e iniziarono a cantare Stille Nacht.


Stille Nacht, heilige Nacht
https://youtu.be/vkONPpo3eiY


Testo della canzone Stille Nacht, heilige Nacht

Stille Nacht! Heilige Nacht!
Alles schläft; einsam wacht
Nur das traute hochheilige Paar.
Holder Knab´ im lockigen Haar,
Schlafe in himmlischer Ruh!
Schlafe in himmlischer Ruh!
Stille Nacht! Heilige Nacht!
Gottes Sohn! O wie lacht
Lieb´ aus deinem göttlichen Mund,
Da uns schlägt die rettende Stund´,
Jesus in deiner Geburt!
Jesus in deiner Geburt!
Stille Nacht! Heilige Nacht!
Die der Welt Heil gebracht,
Aus des Himmels goldenen Höhn
Uns der Gnaden Fülle läßt seh´n
Jesum in Menschengestalt,
Jesum in Menschengestalt
Stille Nacht! Heilige Nacht!
Wo sich heut' alle Macht
Väterlicher Liebe ergoss
Und als Bruder huldvoll umschloss
Jesus die Völker der Welt,
Jesus die Völker der Welt.
Stille Nacht! Heilige Nacht!
Lange schon uns bedacht,
Als der Herr vom Grimme befreit,
In der Väter urgrauer Zeit
Aller Welt Schonung verhieß,
Aller Welt Schonung verhieß.
Stille Nacht! Heilige Nacht!
Hirten erst kundgemacht
Durch der Engel Alleluja.
Tönt es laut bei Ferne und Nah:
Jesus, der Retter ist da!
Jesus, der Retter ist da!

Perseverance sta formando un deposito di campioni di regolite marziana

Il rover Perseverance della Nasa, che il 18 febbraio 2021, dopo un viaggio di oltre 460 milioni di chilometri, ha raggiunto il pianeta Marte per cercare, tra le altre cose, anche le tracce di un’eventuale antica vita microbica, ha appena iniziato a costituire su quel lontano pianeta un deposito di materiali extraterrestri.

Uno degli obiettivi chiave della missione su Marte è l'astrobiologia, per arrivare a definire la geologia di quel pianeta e il suo clima passato, con l’intento di aprire la strada a una successiva esplorazione umana.

Ieri, nel compimento della sua attuale missione, Perseverance ha infatti depositato sul suolo marziano la sua prima “carota” ottenuta dalle perforazioni che sta effettuando sulla superficie del Pianeta Rosso.

Nei prossimi 30 giorni il rover dovrebbe riuscire a completare i suoi carotaggi con l’obiettivo di depositare su un terreno che è stato chiamato "Three Forks", situato all'interno del cratere Jezero, un totale di dieci fustelle metalliche contenenti tutta la regolite raccolta, costruendo in questo modo il primo deposito di campioni di materiali che l'umanità abbia mai realizzato su un pianeta diverso da quello terrestre.

Le cosiddette “carote” ottenute dal rover Perseverance sono contenute in piccole “provette”di titanio, le quali accolgono quell'insieme di

  • frammenti di materiale,
  • polvere,
  • sedimenti,
che compongono lo strato più esterno della superficie di Marte e che costituiscono proprio la regolite marziana.

L’intenzione della NASA è poi di riuscire prima o poi a portare quei composti sulla Terra per uno studio più approfondito con l’utilizzo dei migliori strumenti esistenti sul nostro pianeta.

La citazione del 21 dicembre 2022

A Natale son tutti più buoni.
È il prima e il dopo che mi preoccupa.

(Charles Monroe Schulz, il fumettista che ha creato le strisce dei Peanuts)


In questi giorni gli aspetti più importanti legati al Natale, quali il mistero, l’attesa, l’atmosfera di gioia, la condivisione, il calore familiare, stanno raggiungendo il loro apice, ma ben presto si affievoliranno e come al solito ci separeranno dal magico clima che questa festività riesce sempre a creare.

La cosiddetta bontà natalizia, ammesso che esista veramente, ha una durata troppo breve e tutti gli anni ci costringe a pazientare per ben 364 giorni per manifestarsi, però ci vediamo costretti volentieri a resistere, visto che, come diceva Francois de La Rochefoucauld,

nulla è più raro della genuina bontà




Spiare è diventato fin troppo facile

C’è un settore che da qualche anno sta vivendo un pieno boom e che non risente di alcuna crisi, perché il suo mercato è diventato enorme.

Si tratta degli spyware, quei software che appartengono alla categoria dei malware e che raccolgono informazioni sull'attività online di ignare persone, ovviamente senza il loro consenso.

In questo ambito opera almeno una quindicina di aziende, come ad esempio le internazionali NSO, Cytrox, Intellexa, Paragon, oppure le italiane RCS Labs, Memento Labs, Negg, Raxir.

I prodotti più noti si chiamano Pegasus, Predator, Graphite, Hermit (quest’ultimo è lo spyware italiano sviluppato da RCS Labs) ed essi si suddividono in due grandi categorie ben distinte :

  • spyware che hanno bisogno che le vittime li installino oppure li attivino accidentalmente sui propri dispositivi,
  • spyware che si installano autonomamente sui dispositivi delle vittime grazie a degli attacchi zero-click, che in gergo vengono anche chiamati “exploit zero-click”.
Il più pericoloso di tutti gli spyware comunque è Pegasus, proprio perché attualmente è l’unico che si installa senza necessità di clic o di azioni da parte delle vittime, visto che per attivare quel software malevolo basta un ben condotto exploit, che, sfruttando quelle vulnerabilità che sono presenti in tutti i dispositivi, faccia leva su qualche falla nel sistema di verifica dei dati per riuscire a entrare nel sistema di controllo dell’apparato (per molti utenti iPhone, ad esempio, è bastato aprire un iMessage per attivare quel software malevolo).

Gli attacchi zero-click
  • prendono molto frequentemente di mira quelle app che forniscono servizi di messaggistica o chiamate vocali, e gli autori degli attacchi, per riuscire a introdurre i codici capaci di compromettere i dispositivi delle vittime, di solito utilizzano dei dati che hanno creato appositamente, e che potrebbero essere dei files di immagini oppure dei messaggi di testo nascosti,
  • possono essere costituiti da una serie di pacchetti di rete, di richieste di autenticazione, di messaggi di testo, di MMS, di messaggi in segreteria, di sessioni di videoconferenza, di telefonate o di messaggi inviati tramite Skype, Telegram, WhatsApp, etc.
Una volta che un telefonino viene infettato da Pegasus, il malware può leggere i messaggi e le e-mail, può ascoltare le chiamate, può registrare le password e può persino tenere traccia delle posizioni visitate.

Tutte queste caratteristiche sembrerebbero rendere Pegasus un temibile oggetto di repulsione per la maggior parte degli individui, ma per fortuna per il momento non è ancora così, perché sia Pegasus sia gli attacchi zero-click sono decisamente costosi.

Infatti, Pegasus viene venduto agli stati nazionali ad un prezzo di vari milioni di dollari, e anche gli attacchi zero-click sono estremamente costosi, considerato che una catena di infezioni zero-click con persistenza può costare anche 2,5 milioni di dollari.

Personalmente non ho quindi nulla da temere da Pegasus, perché sono sicuro che nessuno spenderà cifre come quelle per spiare me e gli altri umili mortali come me.

Le centinaia di giornalisti, le centinaia di dissidenti, la quindicina di capi di stato che si sono ritrovati i telefonini infettati e intercettati da Pegasus invece fanno molto bene a sospettare di quello spyware, che era nato per il contrasto alla criminalità e al terrorismo, ma che sempre più spesso e da sempre più Paesi viene utilizzato per la sorveglianza di personaggi politici, di attivisti, di cronisti e di corrispondenti.

Ci sono diversi segnali che possono far capire se uno smartphone sia stato infettato da uno spyware.
Ad esempio, se si notano
  • lentezza nell’eseguire i comandi,
  • difficoltà di spegnimento,
  • importanti cambiamenti nella durata della batteria senza che siano cambiate le abitudini di utilizzo,
  • surriscaldamenti anomali anche in sessioni di lavoro leggere,
tutto ciò potrebbe indicare che lo smartphone stia inviando oppure ricevendo una anomala mole di dati e potrebbe far pensare che qualche malintenzionato ne abbia acquisito il controllo tramite uno spyware.

Alcune semplici regole che potrebbero essere d’aiuto:
  • riavviare il telefonino ogni giorno. Sembra che le infezioni di Pegasus si basino soprattutto su attacchi zero-click 0-days senza persistenza, pertanto il riavvio quotidiano dello smartphone aiuta a pulire il dispositivo e costringe gli aggressori a reinfettarlo più e più volte, e questo comporta dei costi che non tutti i manigoldi possono sostenere,
  • disattivare iMessage e Facetime. iMessage e Facetime sono integrati in iOS e sono abilitati di default, questo li rende degli attraenti vettori di sfruttamento che sono stati utilizzati da moltissimi attacchi zero-click,
  • mantenere aggiornato lo smartphone. È molto importante installare le ultime patch di iOS subito quando escono, perché non tutti i criminali possono permettersi gli attacchi zero-click 0-day, quindi molti malfattori si limitano a prendere di mira le vulnerabilità che sono già state risolte,
  • non cliccare mai sui link ricevuti nei messaggi. Si tratta di una regola semplice ma efficace, perché quei delinquenti che non possono permettersi gli alti costi degli attacchi zero-click si affidano agli attacchi 1-click, i quali arrivano sotto forma di messaggio,
  • eseguire regolarmente il backup dei sistemi. Quando si dispone di un backup di tutti i dati aggiornato, un eventuale processo di ripristino dello smartphone viene enormemente semplificato e accelerato,
  • abilitare il blocco dei pop-up oppure impedire la visualizzazione dei pop-up. I truffatori utilizzano abitualmente i pop-up per diffondere i loro malware, quindi regolare di conseguenza le impostazioni del browser è davvero molto utile e importante.

In Inghilterra i laburisti vogliono liberarsi del fardello della Camera dei lord

Il parlamento della Gran Bretagna è costituito da due assemblee :

  • la Camera dei comuni, che rappresenta la camera bassa ed è il ramo dominante del parlamento del Regno Unito, si compone di 650 membri eletti a suffragio universale diretto, è l’unica Camera che controlla il mandato del primo ministro, potendo costringerlo a dimettersi o a indire elezioni con il ritiro della fiducia oppure con l’approvazione di una mozione di sfiducia,
  • la Camera dei lord, che rappresenta la camera alta ed è chiamata anche Camera dei pari, ha il potere di modificare o respingere i progetti di legge, anche se tale potere è piuttosto limitato, visto che i provvedimenti approvati dalla Camera dei comuni non possono essere ritardati dalla Camera dei lord per più di due sessioni parlamentari o un anno solare.
In origine l'appartenenza alla Camera dei lord era per tutti i suoi membri un diritto ereditario, ma ora il numero dei membri ereditari è stato già ridotto notevolmente, infatti agli inizi di quest’anno la Camera dei pari era composta da 767 persone, delle quali solamente 87 potevano trasmettere la carica ai loro eredi.

La Camera dei lord in pratica è diventata una specie di “parcheggio”, nel quale ultimamente ogni primo ministro ha proposto al sovrano di nominare ex ministri e funzionari di partito, con l’intento di riuscire a sistemare i suoi amici e i suoi alleati politici in vista del loro pensionamento.

È già da diverso tempo che i laburisti tentano di riformare la Camera alta, che sta costituendo un fastidioso intralcio, ma finora non avevano mai presentato delle proposte per abolirla del tutto.

L’attuale piano di riforma intitolato “A New Britain: Renewing our Democracy and Rebuilding our Economy” è stato preparato dall’ex premier Gordon Brown e prevede l'abolizione della Camera dei lord e la devoluzione dei poteri dall’amministrazione centrale alle regioni e alle città.

Staremo a vedere se questa sarà per la Gran Bretagna la volta buona per liberarsi di quella zavorra medievale, perché fino a questo momento i vari  precedenti tentativi di riorganizzazione, come ad esempio quell’ultima riforma che Tony Blair introdusse nel 1999, non hanno ancora prodotto risultati davvero significativi.


A New Britain: Renewing our Democracy and Rebuilding our Economy
https://labour.org.uk/page/a-new-britain/

Intermezzo musicale : Amado mio

Ho ascoltato per la prima volta la canzone “Amado mio” quando, guardando il film Gilda, l’ho vista e sentita cantare in playback da una splendida Rita Hayworth e me ne sono innamorato, nonostante si tratti di un brano musicale del 1946 (naturalmente quel film non l'ho visto in prima visione, perché a quell'epoca mancavano ancora molti anni alla mia nascita e perfino i miei nonni erano piuttosto giovani).

La versione che preferisco però è quella interpretata dalla band Pink Martini, in particolare mi piace quella che è stata cantata dall’ottima cantautrice Storm Large, la quale nel 2011 si unì temporaneamente a quel gruppo quale sostituta della cantante titolare China Forbes, che dovette assentarsi per essere sottoposta a un intervento chirurgico alle corde vocali.

Storm Large si è successivamente unita nuovamente al gruppo orchestrale nel 2013 per partecipare all’incisione di un album e per partecipare a un tour mondiale in qualità di cantante aggiunta, per poi continuare a esibirsi con la band in tutto il mondo.

Pink Martini è una piccola orchestra, nata nel 1994 per volontà di Thomas M. Lauderdale, la quale si compone di una dozzina di artisti che si esibiscono in venticinque lingue diverse.


Amado Mio - Pink Martini ft. Storm Large
https://youtu.be/sCbzWiJLVhk

Rita Hayworth - Amado mio
https://youtu.be/gUuda4mbRcA


Testo della canzone Amado mio
Amado mio, love me forever
and let forever begin tonight
amado mio, when we’re together
I’m in a dream world
of sweet delight

Many times I’ve whispered amado mio
it was just a phrase
that I heard in plays
I was acting a part

But now when I whisper amado mio
can’t you tell I care
by the feeling there
‘cause it comes from my heart

I want you ever
I love my darling
wanting to hold you
and hold you tight

Amado mio, love me forever
and let forever begin tonight

Many times I’ve whispered amado mio
it was just a phrase
that I heard in plays
I was acting a part

But now when I whisper amado mio
can’t you tell I care
by the feeling there
‘cause it comes from my heart

I want you ever
I love my darling
wanting to hold you
and hold you tight

Amado mio, love me forever
and let forever begin tonight
and let forever begin tonight
and let forever begin tonight

In Ucraina c’è chi muore, ma c’è anche chi si ingrassa

Erano mesi che in molti sospettavamo che una parte di quella valanga di armi, che molti Paesi stanno donando all’Ucraina, si riversasse sul mercato nero, e ora purtroppo possiamo considerare che i sospetti si siano sciolti e che essi siano diventati una triste realtà.

Si era sempre temuto che potessero ripetersi quei brutti casi ben documentati di riesportazione da parte dell’Ucraina di armi occidentali, avvenuti nel 2015 e nel 2016 durante i combattimenti nel Donbass, e disgraziatamente siamo costretti a constatare che la storia si stia ripetendo.

Nei mesi scorsi erano già apparsi molti articoli che dicevano che le armi che i paesi NATO avevano inviato all’Ucraina erano poi finite sul dark web, dove si potevano trovare in vendita anche dei fucili mitragliatori Kalashnikov.
Però tutti questi articoli non venivano presi troppo seriamente, perché c’era sempre il timore che si trattasse di propaganda e di controinformazione russa.

Questa volta invece la questione è completamente diversa perché a parlare, o per meglio dire a scrivere, è il giornale online ucraino Kyiv Independent, che ha pubblicato un’inchiesta su svariati furti di armi commessi da ufficiali e da comandanti della Legione internazionale.

Il Kyiv Independent ha parlato con oltre 30 fonti, costituite da soldati e da funzionari della Legione internazionale, i quali hanno denunciato

  • casi di appropriazione indebita di armi leggere,
  • casi di abusi da parte dei comandanti.
L’inchiesta del giornale ucraino, che si basa su interviste, testimonianze scritte, rapporti ufficiali, cartelle cliniche, foto, video, file audio, ha fatto emergere come la leadership della Legione internazionale sia implicata nel furto dell'equipaggiamento dei soldati e nell'appropriazione indebita di armi leggere.

La Legione internazionale, che è composta da centinaia di volontari stranieri arrivati a combattere in Ucraina, peraltro è formata da due reparti : uno gestito dall'intelligence militare e l’altro gestito dall'esercito; a sentire i soldati entrambi sono parimenti coinvolti in questa losca vicenda.


Investigation: International Legion soldiers allege light weapons misappropriation, abuse by commanders
https://kyivindependent.com/investigations/investigation-international-legion-misappropriation

Si moltiplicano i furti di identità digitale

Secondo l’Ipsos addirittura il 28% degli italiani avrebbe subito una violazione della propria identità digitale, che può essersi concretizzata con

  • un furto di dati digitali sensibili,
  • un furto di foto digitali,
  • un accesso fraudolento al proprio profilo social.
Il numero indicato da Ipsos mi sembra francamente eccessivo, perché, ad esempio, nessuno dei miei amici mi ha ancora detto di aver patito qualcosa di simile, ma immagino che il numero delle persone che hanno dovuto sopportare quelle sventure sia comunque molto alto.

Il furto d’identità in sostanza è una forma di frode con la quale un soggetto finge di essere qualcun altro allo scopo di trarne dei vantaggi, che possono essere di natura economica oppure di altra natura.

Quel che è certo è che chi viene derubato della propria identità digitale va incontro a una serie di seccanti problemi che possono comportare
  • perdite di denaro,
  • danneggiamento della reputazione,
  • fastidi legali conseguenti al fatto che i ladri di identità commettono poi dei reati utilizzando i nomi delle persone alle quali avevano rubato l’identità.
Per essere precisi bisognerebbe parlare di clonazione dell’identità, perché di fatto le vittime del reato non vengono private delle loro identità, le quali invece vengono usate per commettere poi altri illeciti.

Infatti, dopo aver compiuto il furto, i criminali possono a nome della nuova identità
  • emettere assegni contraffatti fino a prosciugare il conto della vittima,
  • acquistare auto,
  • acquistare elettrodomestici e altri beni di consumo, anche a rate,
  • scrivere alla filiale di banca e modificare le coordinate bancarie (in questo modo gli estratti conto saranno quindi inviati a un diverso indirizzo),
  • aprire un nuovo conto corrente bancario.
Bisogna quindi rendersi conto che navigare online espone a dei rischi e che per evitarli la prima difesa sia l’autotutela, cercando di comprendere come proteggersi da attacchi simili.

Alcune semplici regole per difendersi dai furti di identità e dallo spam :
  • usare un software antivirus e aggiornarlo regolarmente,
  • non usare password banali,
  • utilizzare un firewall sul computer che si usa per navigare in internet,
  • non rispondere allo spam e ignorare i link contenuti nelle email,
  • non usare la modalità anteprima nel client di posta,
  • utilizzare indirizzi email secondari e fornire quelli primari solo a persone fidate,
  • non rispondere mai ai messaggi che chiedono informazioni finanziarie personali,
  • visitare i siti internet delle banche solo digitando l'indirizzo nell'apposita barra,
  • non cliccare sui pop up.

La citazione del 14 dicembre 2022

“La giustizia è un'impossibilità materiale, un grandioso non senso, l'unico ideale di cui si possa affermare con certezza che non si realizzerà mai.”

(Emil Cioran)


In questo periodo si fa un gran parlare di giustizia.

Dopo la boiata partorita dalla Cartabia (deve essersi trattato davvero di una corbelleria atomica, visto che nessuno ha poi avuto l’ardire di ratificarla), adesso sembra che pure il nuovo inquilino di via Arenula abbia una voglia sfrenata di esibire quelle che lui ritiene essere le sue grandi attitudini “riformatrici”.

Nonostante egli si chiami Nordio, non credo che l’attuale ministro di Giustizia della Repubblica Italiana sia

neither Maestro, nor Dio

e la corrente agitazione del nostro pimpante Guardasigilli mi dà piuttosto la sensazione di uno che è dotato di grandi velleità, ma che poi in sostanza vuole essenzialmente solo fustigare alcuni suoi ex colleghi, magari come forma di rivalsa, per tentare di assopire qualche bruciante frustrazione accumulata nei suoi 40 lunghi anni di permanenza in magistratura.


Musk dice che entro sei mesi inserirà un chip in un cervello umano

La giovane azienda statunitense Neuralink, avviata nel 2016 da Elon Musk insieme a un gruppo di altri imprenditori, si occupa dello sviluppo di interfacce neurali da impiantare nel cervello per consentire a pazienti disabili di muoversi e di comunicare di nuovo.

Musk, in un suo recente messaggio su Tweet, ha comunicato che entro sei mesi la sua società sarà in grado di testare la sua tecnologia impiantando nel cervello di un essere umano un dispositivo, che consentirà a quella persona di comunicare con i computer solamente tramite il pensiero, poiché Neuralink sostiene che il suo dispositivo traduce i picchi neuronali e le onde celebrali in dati che vengono poi interpretati dall’elaboratore elettronico.

Nel luglio 2019 Musk aveva stimato che Neuralink sarebbe stata nelle condizioni di eseguire i suoi primi test sugli esseri umani nel 2020, ma quel suo progetto ha dovuto essere rinviato.

Per ora l’azienda comunque si sta ancora confrontando con la Food & Drug Administration e sta lavorando per rispondere alle preoccupazioni che la FDA ha espresso in relazione ai danni che potrebbero derivare
  • dal surriscaldamento del dispositivo,
  • da sostanze chimiche tossiche che l'impianto rilascia nel cervello,
ma Musk si mostra molto ottimista che il via libera alla sperimentazione umana sarà ottenuto e dichiara di essere fiducioso che il dispositivo Neuralink sia pronto per l'uomo.

Tutti i test condotti finora sono stati compiuti infatti solo su animali.
Durante le sperimentazioni si dice che quel congegno, composto da fili ed elettrodi della dimensione di una moneta, sia stato inserito nel cervello di alcune scimmie, che poi tramite "digitazione telepatica" sarebbero state in grado di giocare ai videogiochi o di digitare parole su uno schermo, semplicemente seguendo con gli occhi il movimento del cursore sul display.

Per i test che sono stati condotti sugli animali la Neuralink è però finita sotto indagine del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti per violazione dell’Animal welfare act per aver ucciso a partire dal 2018 almeno 1.500 cavie animali, che sono morte tra atroci sofferenze.

Gli stessi dipendenti della compagnia hanno dichiarato che un Elon Musk ossessionato e impaziente li avrebbe stressati a tal punto da indurli a
  • lavorare usando meno precauzioni,
  • commettere degli errori che sarebbero stati evitabili in un clima lavorativo normalmente sereno,
  • causare inutili sofferenze alle cavie usate negli esperimenti.

La strabiliante pila di Karpen

Leggendo un post di un’amica su Facebook ho appreso nei giorni scorsi dell’esistenza dell’interessantissima pila di Karpenche

  • ora giace indisturbata a impolverarsi in un armadio del museo tecnico Dimitrie Leonida a Bucarest,
  • costituisce un qualcosa di sorprendente, di cui non avevo mai sentito parlare prima, anche se tutto il silenzio che ruota attorno a questa straordinaria pila mi è sembrato decisamente strano.
Essa venne studiata e sviluppata da un ingegnere rumeno di nome Nicolae Vasilescu-Karpen, che nel 1922 la brevettò e nel 1950 ne assemblò un prototipo, costituito da due pile collegate in serie che alimentano un piccolo motore galvanometrico, il quale a sua volta muove un filo collegato ad un commutatore.
Ad ogni mezzo giro il circuito viene aperto, per essere poi richiuso all’inizio del secondo mezzo giro.
Il tempo di rotazione è stato calcolato in modo tale che le due pile collegate in serie abbiano il tempo di ricaricarsi e che esse possano ricostruire la loro polarità durante il tempo in cui il circuito rimane aperto.

I due elettrodi della pila di Karpen sono composti uno di oro e l’altro di platino ed essi sono immersi in un liquido elettrolita costituito da acido solforico puro.

La particolarità di questo fantastico dispositivo è che esso si ricarica senza che siano necessari interventi esterni, quindi si direbbe che il circuito non dissipi energia e riesca a funzionare in un modo che dà l’idea di essere perenne, per quanto incredibile ciò possa apparire, dando così forma a un moto perpetuo di seconda specie.

Il 27 febbraio 2006 il giornale rumeno Ziua chiese e ottenne di verificare la pila di Karpen, constatando così che essa presentava ancora esattamente la stessa tensione di 1 Volt che possedeva nel 1950.
Ciò sembra dare ragione a Karpen, il quale all’epoca affermò che la sua pila avrebbe funzionato per sempre.

Certo una pila da 1 Volt serve a poco, perché essa non è applicabile a nessuno dei dispositivi elettrici o elettronici che usiamo adesso, però immagino che approfondendo e studiandoci sopra sia possibile aumentare l’entità della quantità elettrica di questo dispositivo.

A me sembra che un congegno che promette di fornire energia a costo zero meriterebbe maggiori attenzioni, infatti non mi sono stupito quando ho letto che esso sia stato oggetto di interesse e di ricerca da parte della NASA, che ora starebbe segretamente sfruttando la pila di Karpen, però sono praticamente sicuro che continueremo a non sentir parlare di questa pila, perché sono convinto che nessuno abbia convenienza a metterci nelle condizioni di poter entrare in possesso di un marchingegno simile.

Tutte le mie considerazioni si basano ovviamente sul presupposto che il 27 febbraio 2006 sia stata verificata esattamente quella pila che Nicolae Vasilescu-Karpen aveva costruito nel 1950.

Intermezzo musicale : Oh Mama

La canzone “Oh Mama”, scritta da Cristiano Malgioglio è stata cantata da Milva nel 1999 su una musica composta dal brasiliano Agepe.

Questo pezzo dette anche origine tra l’autore e la cantante a un lieve battibecco, che ebbe inizio quando Malgioglio dichiarò che

''Il brano è' un'esaltazione della maternità ed è contro l'aborto. Una posizione esplicita che appare chiarissima dal testo e Milva la pensa come me'',

al che la Pantera di Goro replicò affermando

''Un brano che esalta la maternità?
Ma per carità!
In realtà quello è solo un pretesto.
Ciò che è importante in quella canzone è il ritmo e la musica.
Il testo è solo un adattamento alla musica, è solo una questione ritmica, punto e basta''.

Aggiungendo poi

''Per carità la mia idea della maternità è l'opposto dell'esaltazione:
amo molto mia madre e mi fa molto piacere essere madre di mia figlia,
ma non c’è niente di più.
Per quanto mi riguarda, avrei anche potuto cantare la-la-la, per me sarebbe stato uguale''.

Oltre ad averla cantata in italiano, Milva nel 1999 la incise anche in tedesco nell’album “Stark sein”, e questa sua interpretazione è quella che personalmente preferisco di gran lunga, perché anche secondo me quello che è importante in questa canzone è il ritmo e la musica.


Milva Oh Mama                                                 <---- versione cantata in tedesco
https://youtu.be/BegYG5y1Oy0

Milva - Oh! Mama [1999]                                 <---- versione cantata in italiano
https://youtu.be/hTQ6DpEEpTU


Occhio, anche le Pec possono essere false

L’operazione “Fidel Scam”, condotta dalla Polizia di Stato con la coordinazione della Procura della Repubblica di Brescia, ha fatto scoprire un’organizzazione che in tutt’Italia truffava le piccole e le medie imprese.
La laboriosa attività di indagine, che ha avuto inizio a Crotone, ha portato all’individuazione di una banda composta da almeno sette persone, che mediante l’utilizzo di e-mail e di Pec false, apparentemente riconducibili ai principali istituti bancari italiani, proponeva dei falsi finanziamenti per l’industria.

I registi di questa truffa sembrano essere due pensionati, un 80enne di Ospitaletto e un 60enne di Brescia, i quali contattavano i piccoli imprenditori italiani offrendo loro la possibilità di accedere a dei vantaggiosi contratti di finanziamento garantiti da Cassa Depositi e Prestiti.
L’unica condizione che i truffatori imponevano per l’erogazione di quel sedicente prestito era la sottoscrizione di una polizza assicurativa, che prevedeva il versamento di un premio unico iniziale, corrispondente a circa l’1,3% del valore della somma che avrebbe dovuto poi essere erogata.

Quando le vittime effettuavano il pagamento in vista della stipula del fantomatico contratto di prestito, ovviamente i membri della banda sparivano.

Questa truffa sembra aver fruttato in breve tempo addirittura 500.000 euro ai malfattori.

La Pec (la raccomandata del mondo digitale)

Con la sentenza n. 4 del 3 gennaio 2019 la Corte di Appello di Brescia ha chiarito che la Posta Elettronica Certificata (Pec) è uno strumento equivalente alla raccomandata con ricevuta di ritorno, considerato che a differenza dell’e-mail ordinaria, può garantire le stesse garanzie di ricezione che offrono le raccomandate.

Questo fatto quindi tutela chi invia le Pec, ma non deve far pensare che gli indirizzi delle Pec siano sempre veritieri, perché, come si è visto con questa truffa, purtroppo non è sempre così.

L'Indice nazionale della posta elettronica certificata

Per scoprire se l'indirizzo di una Pec ricevuta sia vero oppure falso è sufficiente visitare il sito ufficiale di INI-PEC, che
  • è l'Indice Nazionale degli Indirizzi di Pec istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico,
  • raccoglie tutti gli indirizzi di PEC delle Imprese e dei Professionisti presenti sul territorio italiano,
  • è stato realizzato da InfoCamere in attuazione del decreto legge del 18 ottobre 2012, n.179.



L'indice nazionale degli indirizzi di Posta Elettronica Certificata di imprese e professionisti
https://www.inipec.gov.it/cerca-pec

La citazione del 7 dicembre 2022

“ Cosa possono fare le leggi quando il denaro regna da solo ? ”

(Gaio Petronio Arbitro)


Da più parti si legge che l’attuale campionato mondiale di calcio sarebbe stato assegnato al Qatar tra ombre più o meno velate di corruzione.

Non ho alcuna informazione attendibile per poter dire se quei sospetti siano fondati o meno, però so che prima del voto due membri dell’esecutivo FIFA furono sospesi, perché intenzionati a vendere il loro voto al miglior offerente.

Se poi si considera che fino a pochi mesi dal voto nessuno avrebbe scommesso un centesimo che i mondiali del 2022 sarebbero stati assegnati al Qatar, proprio perché la stessa FIFA aveva considerato la candidatura di quel Paese come la peggiore tra tutte quelle che erano state presentate, si potrebbe cominciare a capire come mai circolino così tante perplessità.

Per il momento mi sembra che l'unica indagine che parla di pagamenti e di favori ai membri del Comitato da parte del Qatar sia quella che è stata aperta dalla Corte Federale di New York e nella quale furono coinvolti 17 dirigenti sportivi, tra i quali diversi membri dell'esecutivo Fifa.

Purtroppo sembrerebbe proprio che Cicerone non avesse tutti i torti quando affermava che

nihil tam munitum, quod non expugnari pecunia possit

(letteralmente: nulla è così forte da non poter essere vinto con il denaro)

Coldiretti vuole una legge che vieti il cibo sintetico

Da poco più di due settimane Coldiretti ha avviato su tutto il territorio nazionale una raccolta di firme con l’obiettivo di promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, perché secondo l’associazione dei coltivatori questa tipologia di cibi metterebbe a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo made in Italy.

Tale petizione può essere sottoscritta negli uffici Coldiretti, nei mercati contadini di Campagna Amica e in tutti quegli eventi che vengono promossi a livello nazionale e locale, e, visto che nel giro di pochi giorni essa ha rapidamente superato il numero di 200mila firme, faccio una certa fatica a immaginare che la raccolta non sarà un successo, anche perché l’opposizione degli italiani ai cibi artificiali sembra essere piuttosto forte, se è vero che, come dice il Censis, l’84% degli italiani dichiara di essere contrario ai cibi prodotti in laboratorio.

Anche a me il cibo sintetico non ispira alcuna fiducia, però credo che la questione sia un po’ più complicata di come la dipinge Coldiretti e ritengo che essa meriti un minimo di approfondimento.

Innanzitutto non penso che l’arrivo del cibo sintetico sia così immediato come Coldiretti vorrebbe farci credere quando scrive che

  • già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio di cibi sintetici,
  • entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi alimenti sintetici.
Le ragioni per le quali non penso che ci sia un pericolo immediato sono due, la prima di contorno e la seconda sostanziale :
  1. il nostro nuovo ministro dell’Agricoltura, della Sovranità al consumo umano Alimentare e delle Foreste ha recentemente garantito in Senato che finché l’attuale maggioranza sarà al governo non potranno arrivare sulle tavole degli italiani dei cibi creati in laboratorio,
  2. i costi dei cibi sintetici sono ancora troppo alti, anche se è vero che essi continuano a diminuire e che abbastanza presto arriveranno al livello che consentirà ai cibi artificiali di  affrontare il mercato. Infatti, il primo hamburger realizzato con carne sintetica fu servito nel 2013 e aveva un costo effettivo attorno ai 330mila dollari, mentre già oggi quel panino costerebbe tra i 9 e i 10 dollari (sono ancora troppi, ma fanno intuire che la strada sia tracciata).
In secondo luogo non credo che vietare i cibi sintetici sia il metodo migliore per affrontare la questione in un mondo che ormai è popolato da otto miliardi di persone e che fatica a sopportare e a supportare sia quell’immenso impiego di risorse sia il conseguente inquinamento, che la necessità di alimentare una così vasta popolazione comportano.

Per cercare di risolvere il problema qualcuno sta perfino pensando di farci mangiare ragni e cavallette, e sinceramente, se dovessi essere messo di fronte alla scelta tra un piatto di insetti fritti e un arrosto di carne sintetica, personalmente sono quasi sicuro che sceglierei l’arrosto.

Tra i vari cibi che potrebbero vedere lo sviluppo di una variante sintetica mi sembra che la carne sintetica sia quella che per prima sarà pronta per arrivare sul mercato.
Essa viene chiamata anche “carne coltivata”, “carne pulita”, “carne in vitro”, “carne artificiale”, ed è un alimento proteico che viene prodotto dall'agricoltura in vitro di tessuto animale con l'utilizzo di tecniche bio-ingegneristiche.


La prima componente di questa "agricoltura" cellulare sono le cosiddette linee cellulari, che generalmente sono costituite da cellule staminali, le quali per il loro corretto sviluppo vengono collocate all'interno di grandi macchine, dette bioreattori, in cui possono proliferare e differenziarsi e dove vengono “allevate”, cioè nutrite in vitro, utilizzando dei sieri di origine vegetale e animale, che permettono loro di crescere fino a diventare tessuto muscolare.

La carne sintetica pur sembrando effettivamente essere una vera carne, composta da cellule muscolari e da grasso, a me però ispira ancora poca fiducia, perché un processo di produzione ad alta tecnologia come quello che è necessario per realizzarla, mi sembra troppo complicato da controllare.

Inoltre la cosa che a me infastidisce in modo particolare deriva dal fatto che la necessità di utilizzare tecniche altamente sofisticate renda quasi impossibile produrre cibo in autonomia a tante comunità, che rischiano di diventare fortemente dipendenti dalle grandi società alimentari, ripetendo così quel brutto fenomeno che si è già visto accadere nel settore dei fertilizzanti.

Sono iniziate le consegne di Semi, il primo camion elettrico di Tesla

Un prototipo di Semi era stato presentato nel 2017 e allora si prevedeva di iniziare la produzione a dicembre 2019, ma quel programma ha dovuto subire alcuni slittamenti a causa del sopraggiungere di alcuni elementi di disturbo, come ad esempio il covid e soprattutto la carenza di molti componenti e la limitata disponibilità di celle delle batterie.

Nel suo rapporto sugli utili del secondo trimestre 2021 Tesla aveva quindi dovuto affermare che la produzione sarebbe stata spostata fino al 2022, e infatti lo scorso ottobre Musk aveva twittato che la produzione del Semi era iniziata e che i primi ordini avrebbero potuto essere evasi a partire da dicembre 2022.

L’altra sera, parlando su un palco dello stabilimento di Sparks in Nevada, Elon Musk ha così celebrato l’avvio delle prime consegne all’azienda PepsiCo, la quale aveva prenotato 100 Semi già subito dopo la presentazione iniziale, e che ha partecipato volentieri all'evento, dove ha ricevuto il primo lotto di camion.

Il Semi utilizza un propulsore che si basa su un sistema a tre motori, dove uno di essi è costantemente impegnato per la massima efficienza, mentre gli altri due sono per la coppia e per l'accelerazione.

La cabina interna del camion è realizzata con il sedile al centro, per fornire al guidatore la massima visibilità e controllo, e permette ai conducenti di alzarsi in piedi e di cambiarsi al suo interno.

Nel corso della serata è stato detto che, grazie alla sua silhouette simile a un proiettile,

  • Semi può accelerare da 0 a 96 km/h (60 miglia orarie) in 20 secondi,
  • il nuovo veicolo elettrico sia tre volte più potente di qualsiasi camion diesel,
  • l'autonomia della batteria permette di percorrere 800 chilometri (500 miglia).

In questo evento dal vivo non sono stati fatti riferimenti ai prezzi di vendita, quindi, ipotizzando che siano ancora validi quelli che erano stati annunciati durante la presentazione del 2017, il Semi potrebbe costare
  • $ 150.000 per la versione con autonomia di 300 miglia
  • $ 180.000 per la versione con autonomia di 500 miglia

All’inizio di questa serata delle prime consegne, Musk aveva spiegato che i camion di Classe 8, pur costituendo solo l'1% dei veicoli negli Stati Uniti, contribuiscono al 20% delle emissioni di tutti i mezzi statunitensi e ben al 36% delle emissioni di particolato, pertanto si era augurato che autocarri come Semi potessero rapidamente diffondersi e sostituire i vecchi mezzi altamente inquinanti.

Intermezzo musicale : Io non mi sento italiano

Io non mi sento italiano” è una splendida canzone che, dopo la prematura e definitiva uscita di scena di Giorgio Gaber avvenuta il 1º gennaio 2003, è stata presentata postuma nell'ultimo omonimo album che quel grande e geniale cantautore aveva scritto con Sandro Luporini.

Si tratta di un’agrodolce canzone sull’Italia, sugli italiani, sul nostro passato e sul nostro futuro, che, con un po’ di melanconia, sembra quasi costituire il manifesto-testamento di quello che, oltre a essere stato uno tra i più grandi autori della canzone tricolore, è stato un eccellente interprete del teatro-canzone, un poeta, un fine intellettuale non convenzionale.


io non mi sento Italiano - gaber
https://youtu.be/5aWYkwV-pn0


Testo della canzone Io non mi sento italiano
Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Mi scusi Presidente
Non è per colpa mia
Ma questa nostra Patria
Non so che cosa sia
Può darsi che mi sbagli
Che sia una bella idea
Ma temo che diventi
Una brutta poesia
Mi scusi Presidente
Non sento un gran bisogno
Dell'inno nazionale
Di cui un po' mi vergogno
In quanto ai calciatori
Non voglio giudicare
I nostri non lo sanno
O hanno più pudore
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Mi scusi Presidente
Se arrivo all'impudenza
Di dire che non sento
Alcuna appartenenza
E tranne Garibaldi
E altri eroi gloriosi
Non vedo alcun motivo
Per essere orgogliosi
Mi scusi Presidente
Ma ho in mente il fanatismo
Delle camicie nere
Al tempo del fascismo
Da cui un bel giorno nacque
Questa democrazia
Che a farle i complimenti
Ci vuole fantasia
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Questo bel Paese
Pieno di poesia
Ha tante pretese
Ma nel nostro mondo occidentale
È la periferia
Mi scusi Presidente
Ma questo nostro Stato
Che voi rappresentate
Mi sembra un po' sfasciato
E' anche troppo chiaro
Agli occhi della gente
Che tutto è calcolato
E non funziona niente
Sarà che gli italiani
Per lunga tradizione
Son troppo appassionati
Di ogni discussione
Persino in parlamento
C'è un'aria incandescente
Si scannano su tutto
E poi non cambia niente
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Mi scusi Presidente
Dovete convenire
Che i limiti che abbiamo
Ce li dobbiamo dire
Ma a parte il disfattismo
Noi siamo quel che siamo
E abbiamo anche un passato
Che non dimentichiamo
Mi scusi Presidente
Ma forse noi italiani
Per gli altri siamo solo
Spaghetti e mandolini
Allora qui mi incazzo
Son fiero e me ne vanto
Gli sbatto sulla faccia
Cos'è il Rinascimento
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Questo bel Paese
Forse è poco saggio
Ha le idee confuse
Ma se fossi nato in altri luoghi
Poteva andarmi peggio
Mi scusi Presidente
Ormai ne ho dette tante
C'è un'altra osservazione
Che credo sia importante
Rispetto agli stranieri
Noi ci crediamo meno
Ma forse abbiam capito
Che il mondo è un teatrino
Mi scusi Presidente
Lo so che non gioite
Se il grido "Italia, Italia"
C'è solo alle partite
Ma un po' per non morire
O forse un po' per celia
Abbiam fatto l'Europa
Facciamo anche l'Italia
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo
Per fortuna o purtroppo
Per fortuna
Per fortuna lo sono


Il Mondiale dei martiri, ovvero i martiri del Mondiale

Non sono un tifoso, non so niente di calcio, non conosco praticamente nulla dei mondiali che si stanno giocando attualmente, però l’altro giorno un titolo di giornale ha attirato la mia attenzione, quando ho letto che il segretario generale del comitato supremo del campionato del Qatar aveva dichiarato, che durante la costruzione degli impianti sportivi sono morti 400-500 lavoratori migranti.

Mi sono subito stupito della vaghezza del dato dichiarato, perché mi sembra che 400 morti siano ben diversi da 500 morti, e ho quindi pensato innanzitutto che una persona che riporta con tanta approssimazione il numero dei lavoratori morti sia una persona che considera che quei lavoratori non avessero alcun valore, poi ho deciso di iniziare ad approfondire un po’ la questione.

Ho così appreso che i numeri dei lavoratori migranti morti nella preparazione dei mondiali di calcio siano alquanto ballerini, anche se in lenta evoluzione.
Infatti, ho potuto vedere che dai tre morti dichiarati inizialmente di malavoglia, si è poi passati a 40 morti dichiarati, per arrivare ora a 400-500 morti dichiarati.

Questo se si guardano i dati che vengono comunicati dal Comitato organizzatore, perché se poi si osservano i numeri che vengono forniti da organizzazioni umanitarie e dai giornali, si scopre un quadro completamente diverso, secondo il quale nell’ultimo decennio sono migliaia i lavoratori che sono tornati in patria in una bara.

Ad esempio, il The Guardian in una sua inchiesta del 2021 aveva rivelato che, tra i lavoratori migranti dei cantieri per la costruzione dei sette stadi e di tutte le infrastrutture connesse con il Mondiale, i morti sarebbero stati addirittura almeno 6500 e che le dure condizioni di lavoro a temperature estreme abbiano condotto a troppe morti per colpi di calore.

Approfondendo ulteriormente la questione è emersa una realtà sconvolgente di lavoratori privi di diritti, sfruttati in modo atroce e trattati come schiavi, sottoposti a turni massacranti sotto il sole cocente, in condizioni che hanno debilitato il fisico di tantissimi di loro.

La stragrande maggioranza della forza lavoro utilizzata in Qatar proveniva soprattutto da Paesi come India, Nepal, Bangladesh, Pakistan, Sri Lanka e Filippine.

La micidiale routine di questi lavoratori prevedeva che dopo una durissima giornata di lavoro, essi venissero condotti alle loro piccole e sporche stanze prive di finestre e situate in baraccopoli sovraffollate distanti una quarantina di minuti d’auto.

A questi lavoratori veniva pagato uno stipendio di 1000 riyal al mese, che corrispondono a poco più di 200 euro, con i quali in Qatar non si riesce a fare praticamente quasi nulla, a parte mangiarsi qualche panino.
Quindi a quei lavoratori migranti non rimaneva altro che lavorare, mangiare e dormire, per riuscire a mandare a casa qualche soldino.

Quando ho scoperto tutte queste terribili cose mi è sembrato di aver fatto un balzo indietro nel tempo e di essere piombato in un mondo di schiavisti dei secoli scorsi.

Purtroppo si tratta invece di una tristissima realtà dei giorni nostri.

L’unica nota di parziale conforto deriva dall’aver saputo che Amnesty International ha chiesto alla Fifa di definire insieme alle autorità del Qatar un piano di risarcimenti da 440 milioni di dollari per indennizzare le famiglie di quei tanti lavoratori morti, perché queste famiglie, oltre al dolore per la scomparsa dei lori cari, adesso devono fare i conti anche con una pesante incertezza economica.



Il senso di civiltà impone che le accuse contro Assange vengano fatte cadere

È dal 2010 che ho iniziato a pensare che gli Stati Uniti d'America stiano commettendo delle gravissime violazioni contro la libertà di stampa.

In quell’anno, infatti, Julian Assange, un giornalista, programmatore, fondatore e caporedattore dell'organizzazione divulgativa WikiLeaks, è diventato famoso a livello mondiale dopo aver rivelato dei documenti diplomatici e militari classificati top secret che aveva ricevuto dalla ex militare Chelsea Manning e che riguardavano possibili crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi nelle operazioni militari in Afghanistan e in Iraq.

Per tali rivelazioni Assange ha subito guadagnato la mia ammirazione e, cosa molto più importante, ha ricevuto numerosi encomi da privati e da personalità pubbliche, ha ricevuto varie onorificenze e premi, oltre a essere stato ripetutamente proposto per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza.

Il governo Usa da allora però ha cominciato a rendere la vita impossibile a Julian Assange e ha ininterrottamente tentato di processarlo muovendogli ben 18 capi di accusa con i quali gli viene imputato di aver violato, con la sua pubblicazione di segreti di Stato, l’Espionage Act, una legge risalente al 1917.

Credo che sia la prima volta che un soggetto editoriale venga incriminato ai sensi della legge americana sullo spionaggio; si tratta di qualcosa che fa rischiare ad Assange delle pene complessive che possono andare dai 175 anni di carcere per arrivare anche fino alla pena capitale.

Ritengo che la persecuzione che gli Stati Uniti stanno riservando ad Assange non sia altro che un colossale attentato alla libertà d’espressione e che tale assalto suoni come una vera e propria sfida a quel primo emendamento della costituzione americana che protegge i giornalisti e la libertà di stampa.

Davvero una pessima notizia, che evidenzia come gli Usa abbiano intrapreso la volgare deriva di processare per spionaggio coloro che pubblicano informazioni riservate di interesse pubblico.
In questo modo gli americani hanno seriamente compromesso la loro immagine di paladini delle libertà, perché il fatto di rendere pubbliche informazioni di quel tipo dovrebbe essere proprio uno degli elementi cardine sia della libertà di stampa, sia del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni del genere.

Tutto questo avrebbe dovuto essere oggetto di protezione e penso che non si sarebbe mai dovuti arrivare a una criminalizzazione, perchè le accuse nei confronti di Assange non avrebbero mai dovuto essere presentate.

Mi ha fatto quindi molto piacere quando ieri ho letto che cinque grandi giornali internazionali come New York Times, The Guardian, Le Monde, Der Spiegel ed El Paìs hanno chiesto agli Stati Uniti di far cadere le accuse contro Julian Assange, perché considero che far cadere le accuse sia l’unica soluzione quasi onorevole per gli Usa di uscire da quel brutto vicolo cieco che hanno imboccato.

La citazione del 30 novembre 2022

Nessuno deve pensare che, nel corso della vita, tutto debba sempre andargli bene, perché la sorte è volubile e dopo un lungo periodo di sereno è inevitabile che venga il brutto tempo.

(Esopo)


Il disastro che sabato notte si è abbattuto su Ischia è molto simile a quello che nel 2009 vide una colata invadere Piazza Bagni e uccidere una ragazza.

La gente del posto dovrebbe ormai aver capito da tempo che quella è un’area a rischio idrogeologico molto elevato e che se

  • i canali di impluvio vengono cementificati,
  • non viene fatta alcuna manutenzione,
  • si costruisce abusivamente ogni dove,
è garantito che prima o poi una catastrofe si verificherà.

Ischia è infatti un’isola vulcanica in gran parte ricoperta da uno strato di materiale vulcanico superficiale e poco consolidato, che quando piove intensamente si carica d’acqua, e tende a franare.

L’Italia in generale ha un suolo geologicamente giovane, molto attivo sia dal punto di vista sismico sia per ciò che riguarda i processi di deformazione della crosta terrestre, oltre a essere soggetto a frequenti frane.

Queste però sono tutte cose risapute e, considerando che viviamo in un Paese geologicamente predisposto a fenomeni franosi, avremmo ormai dovuto capire già da tempo che siano urgenti e necessarie delle significative azioni preventive, perché è sempre più evidente che l’agire dopo le catastrofi non risolva in alcun modo i problemi.

Il 70% di tutte le frane che sono state identificate in Europa si trovano sul territorio italiano.
Esistono carte del dissesto idrogeologico.
I geologi hanno identificato e classificato quali sono le aree ad alto rischio.

Però, nonostante tutto ciò, personalmente mi stupisco che tantissima gente continui a vivere in certe zone e faccio davvero molta fatica a comprendere come quella gente accetti di mettere continuamente e costantemente a repentaglio la propria vita e soprattutto la vita dei propri figli.
Questo è un mistero che non riuscirò mai a spiegarmi.