La maggioranza dei britannici ha cominciato a capire che sarebbe stato meglio non uscire dall'Unione Europea
Nel 2016 l’allora
premier conservatore David Cameron, che era favorevole al “Remain”,
concesse il referendum sulla Brexit, perché era certo di vincerlo e perché pensava
così di liberarsi dei fastidiosi intralci che gli provenivano dall’ala “Leave”
del suo partito.
Come
sia poi andata a finire lo sappiamo bene tutti, visto che i “Leave” vinsero
con il 51,9% contro il 48,1% dei “Remain”.
Adesso,
dopo sei anni dal referendum del 23 giugno 2016, i britannici sembrano essersi
pentiti e dicono che sarebbe stato meglio non uscire dall'unione Europea,
infatti un recente sondaggio ha rivelato che il 57% degli elettori ritiene che
sia stato un errore, mentre il 43% continua a ritenere che sia stata una buona
decisione.
La
questione della Brexit è ancora un argomento molto discusso dai cittadini, i
quali si sono resi conto che nel Regno Unito essa non stia funzionando, visto
che la Gran Bretagna sta andando molto peggio della maggior parte dei Paese
economicamente sviluppati.
Finora
l’epidemia di Covid e la guerra in Ucraina hanno coperto gli effetti
dell'uscita dall'Unione Europea, ma già dall’inizio di quest’anno hanno
cominciato a manifestarsi le prime conseguenze e ben presto esse emergeranno
completamente.
Anche
se la Brexit costituisce un tema molto trattato dalla popolazione, sembra che i
politici la considerino una “patata bollente” dalla quale preferiscono tenersi
alla larga e di cui per il momento scelgono di non parlare