Siamo proprio sicuri che Mario Draghi sia ancora l’uomo giusto per governare l’Italia ?

Da molto tempo ormai credo che il principale problema che affligge l’Italia sia costituito dall’entità del suo abnorme debito pubblico.
Naturalmente è risaputo che il Bel Paese soffra di diverse difficoltà (come ad esempio, mafia, criminalità, corruzione, bassa natalità, scarsità di lavoro, etc.), ma personalmente sono arrivato a pensare che l’attuale mostruoso debito pubblico italiano sia alla base dei tanti grattacapi che ci stanno tormentando e che rischiano, prima o poi, di ridurci nelle condizioni dei greci.

Questa mia convinzione mi aveva portato, un paio di anni fa,

  • a ricordare che gli antichi romani nella costituzione della loro repubblica avevano previsto la figura del dictator a tempo, allo scopo di attenuare nei momenti di emergenza alcuni dei difetti delle democrazie,
  • a considerare che anche nell’Italia dei giorni nostri fosse giunto il momento di nominare un dictator al quale affidare il compito di risolvere entro otto anni il problema del debito pubblico,
e per la nomina a tale incarico avevo ingenuamente pensato (con il senno di poi sarebbe probabilmente meglio e più corretto dire scioccamente) che Mario Draghi potesse essere l’uomo giusto.

Ritenevo infatti, che, dopo la sua brillante carriera e dopo gli ottimi risultati che aveva raggiunto alla guida della BCE, egli, superata la settantina, fosse ormai soddisfatto e sazio di ambizioni materiali, e che egli potesse quindi essere pronto e disposto a impegnarsi per il bene comune a risolvere una questione che, in caso di successo, lo avrebbe proiettato perennemente nella storia universale.
Ovviamente avevo anche pensato che, se egli fosse davvero riuscito a ridurre il debito pubblico italiano ai livelli previsti nei trattati europei, in aggiunta alla gloria imperitura, sarebbe stato doverosamente necessario compensare molto generosamente il suo impegno (oltre agli onori anche un bel po’ di conquibus).

Però, in quest’ultimo anno, dopo averlo visto all’opera quale Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, mi sono purtroppo reso conto sia che a lui del bene comune interessi poco o niente, sia che egli sia ancora pieno di ambizioni personali e materiali; questa combinazione mi ha deluso molto e mi ha fatto capire che quest’uomo sia ancora troppo invischiato nelle faccende terrene per poter risolvere questioni di interesse superiore.

Ho trovato che particolarmente emblematica sia stata la vicenda dell’elezione del Presidente della Repubblica, vicenda che lo ha visto per fortuna sconfitto sonoramente e che ha cancellato quelle sue smaniose bramosie, che sul finire dell’anno scorso lo avevano portato addirittura a candidarsi apertamente.

Negli ultimi tempi sto leggendo spesso e sempre più frequentemente che adesso la sua nuova ambizione sarebbe quella di diventare il prossimo segretario generale della Nato. Non mi pare che si tratti di un incarico troppo attraente, ma si sa che ognuno ha i propri gusti, e so anche che è buona norma non discutere i gusti altrui.
L’unica cosa che mi disturba di questa sua eventuale nuova ambizione deriva solamente dall’atteggiamento belligerante che Mario Draghi sta tenendo da tre mesi a questa parte e che lo vede inginocchiato e continuamente prostrato sulle posizioni di Biden.

Personalmente ritengo che gli interessi europei, e quelli italiani in particolare, divergano sostanzialmente dagli interessi americani.
Considero quindi che tutto ciò che dopo il 24 febbraio Mario Draghi ha fatto nei confronti della Russia sia controproducente e fortemente dannoso per gli italiani.
Peraltro continuo a leggere che una larga maggioranza dei cittadini dell'Italia non approva la sua politica belligerante, ma vedo che il personaggio se ne infischia altamente e continua imperterrito per la sua strada, che ha il grosso inconveniente di rischiare di mandarci presto in malora.

In una situazione come questa faccio quindi molta fatica a capire come mai il nostro Parlamento accetti supinamente le direttive di questo signore, che non essendo stato eletto da nessuno ha dovuto essere nominato dall’alto e ci sta portando dritti dritti in una profonda recessione.
Possibile che tra tutte le mille persone che siedono in Parlamento non ce ne sia neppure una che sia capace di farci cambiare rotta ?