Musk dice che entro sei mesi inserirà un chip in un cervello umano

La giovane azienda statunitense Neuralink, avviata nel 2016 da Elon Musk insieme a un gruppo di altri imprenditori, si occupa dello sviluppo di interfacce neurali da impiantare nel cervello per consentire a pazienti disabili di muoversi e di comunicare di nuovo.

Musk, in un suo recente messaggio su Tweet, ha comunicato che entro sei mesi la sua società sarà in grado di testare la sua tecnologia impiantando nel cervello di un essere umano un dispositivo, che consentirà a quella persona di comunicare con i computer solamente tramite il pensiero, poiché Neuralink sostiene che il suo dispositivo traduce i picchi neuronali e le onde celebrali in dati che vengono poi interpretati dall’elaboratore elettronico.

Nel luglio 2019 Musk aveva stimato che Neuralink sarebbe stata nelle condizioni di eseguire i suoi primi test sugli esseri umani nel 2020, ma quel suo progetto ha dovuto essere rinviato.

Per ora l’azienda comunque si sta ancora confrontando con la Food & Drug Administration e sta lavorando per rispondere alle preoccupazioni che la FDA ha espresso in relazione ai danni che potrebbero derivare
  • dal surriscaldamento del dispositivo,
  • da sostanze chimiche tossiche che l'impianto rilascia nel cervello,
ma Musk si mostra molto ottimista che il via libera alla sperimentazione umana sarà ottenuto e dichiara di essere fiducioso che il dispositivo Neuralink sia pronto per l'uomo.

Tutti i test condotti finora sono stati compiuti infatti solo su animali.
Durante le sperimentazioni si dice che quel congegno, composto da fili ed elettrodi della dimensione di una moneta, sia stato inserito nel cervello di alcune scimmie, che poi tramite "digitazione telepatica" sarebbero state in grado di giocare ai videogiochi o di digitare parole su uno schermo, semplicemente seguendo con gli occhi il movimento del cursore sul display.

Per i test che sono stati condotti sugli animali la Neuralink è però finita sotto indagine del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti per violazione dell’Animal welfare act per aver ucciso a partire dal 2018 almeno 1.500 cavie animali, che sono morte tra atroci sofferenze.

Gli stessi dipendenti della compagnia hanno dichiarato che un Elon Musk ossessionato e impaziente li avrebbe stressati a tal punto da indurli a
  • lavorare usando meno precauzioni,
  • commettere degli errori che sarebbero stati evitabili in un clima lavorativo normalmente sereno,
  • causare inutili sofferenze alle cavie usate negli esperimenti.