L’idrogeno, che è l’elemento più abbondante dell’universo, sulla Terra non è disponibile in natura da solo, ma si riesce a trovarlo solamente legato ad altri elementi, come ad esempio nell’acqua. , con dei processi produttivi che danno origine a consistenti quantità di emissioni di anidride carbonica. Naturalmente esistono anche altri modi per ricavare l’idrogeno, per esempio mediante l’elettrolisi dell’acqua, però, trattandosi pur sempre di sistemi che richiedono l’apporto di energia elettrica, per poter parlare in questo ambito di sostenibilità ambientale è necessario che si arrivi a un processo produttivo che possa essere alimentato da fonti rinnovabili. L’idrogeno viene classificato come segue in funzione delle emissioni di carbonio che vengono create dal processo di produzione adottato per generarlo: L’Europa ha deciso di scommettere sull’idrogeno verde e ha recentemente stanziato dei fondi per l’incremento della produzione di idrogeno e per la produzione di infrastrutture funzionanti mediante questo elemento (alcuni sono persino arrivati a ipotizzare che entro il 2050 l’idrogeno verde possa coprire fino al 24% della domanda finale di energia). Tra gli oltre 750 progetti europei se ne contano anche alcuni italiani, infatti nell’aprile scorso il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha firmato un decreto che (i progetti italiani si riferiscono ad es. a progetti per la realizzazione di impianti per la produzione di elettrolizzatori, e a progetti per favorire la creazione di “hydrogen valleys” nelle aree con siti industriali dismessi). Per il momento le regioni più attive risultano essere Per arrivare al 2050 mancano ancora 28 anni, quindi la dimensione temporale non dovrebbe impensierire troppo, però bisogna essere consapevoli che occorre partire subito e che occorre impostare una rigida tabella di marcia, perché le cose da fare sono ancora davvero molte. In definitiva si tratta quindi essenzialmente di supportare nel migliore dei modi le attività di ricerca e sviluppo.
Per separarlo occorre quindi “estrarlo” mediante un processo di separazione che richiede molta energia e che attualmente comporta
Oggi circa il 95% dell’idrogeno che viene impiegato sulla Terra è ottenuto dal reforming del metano o dalla gassificazione del carbone
Dei circa 500 miliardi di metri cubi prodotti a livello globale, si stima che solo lo 0,1% derivi dall’elettrolisi, perché dal punto di vista dei costi per ora gli impianti per la produzione di idrogeno verde su larga scala non sono ancora competitivi con gli impianti tradizionali.
Occorre subito premettere ed evidenziare che l’idrogeno non è una fonte di energia.
Infatti esso è semplicemente un vettore energetico, ovvero un mezzo che consente l’immagazzinamento dell’energia, la quale può poi venire erogata in altre forme, e ciò lo rende ideale per decarbonizzare gli usi finali in alcuni settori, come i trasporti pesanti (cioè camion a lungo raggio, treni passeggeri e navi) e alcuni settori dell’industria pesante (ad es. siderurgia e petrolchimico).
I colori dell’idrogeno
La scommessa dell’Europa
Per riuscire a produrre idrogeno verde in quantità significative sarà quindi necessario arrivare a realizzare una enorme eccedenza di elettricità rinnovabile, perché al momento non esiste alcun eccesso di energia da fonte rinnovabile.
e di conseguenza anche dell’Italia
Un investimento con obiettivi ambiziosi
Infatti, per poter arrivare a utilizzare convenientemente l’idrogeno verde è ancora necessario