Dopo il 2035 forse non si potranno più vendere auto nuove alimentate a benzina, nafta, gpl e metano

La settimana scorsa il Parlamento Europeo ha votato a favore dello stop alla vendita di auto nuove alimentate a benzina, nafta, gpl e metano a partire dal 2035.
È bene sottolineare che per ora si tratta di un progetto di legge e quindi non c’è nulla di definitivo, poiché il testo che è stato approvato dal Parlamento costituisce il punto di partenza per il negoziato che dovrà essere condotto con il Consiglio e con la Commissione per giungere a un accordo conclusivo, che è necessario per poter arrivare alla stesura della legge finale.

Se e quando la legge che verrà approvata sarà conforme alle attuali indicazioni del Parlamento Europeo, allora si potrà davvero dire che dal 2035

  • tutte le auto e i furgoni di nuova immatricolazione dovranno produrre zero emissioni di CO2,
  • potranno circolare fino a fine vita solamente i veicoli già immatricolati in precedenza.

La prima deroga

In conseguenza all’approvazione del cosiddetto emendamento «salva Motor Valley», il progetto di legge del Parlamento Europeo contiene già una fastidiosa deroga che consentirà ai produttori di auto di lusso di vendere fino al 2036 le loro Ferrari, le loro Lamborghini, le loro Rolls-Royce, etc., con i loro tradizionali motori endotermici.
Tale deroga mi è sembrata sgradevole, perché con essa si rischia di dare l’impressione che ai ricchi acquirenti delle auto di lusso venga concesso di inquinare tranquillamente per un tempo più lungo.

Una premessa sull’uso delle auto elettriche

Mi sembra importante iniziare con l’evidenziare che fino a quando l’elettricità non sarà tutta verde non si potrà dire che le auto elettriche inquinino meno delle auto dotate di motori a combustione interna, perché le emissioni di un’auto elettrica sono pari a zero solamente quando l’energia utilizzata per ricaricarle proviene al 100% da fonti rinnovabili.
Quindi, attualmente tutti coloro che usano le auto alimentate a batteria stanno solamente traferendo l’inquinamento, spostandolo dalle zone in cui circolano con le loro automobili alle zone in cui si trovano le centrali che producono l’energia che viene utilizzata per le ricariche delle loro automobili.

Il mercato delle auto elettriche in Italia

Per ora le auto elettriche rappresentano una quota di poco superiore al 3% sul totale delle immatricolazioni di autovetture che vengono effettuate sul mercato italiano (556.974 automobili nei primi cinque mesi del 2022).
La diffusione delle auto totalmente elettriche finora è stata frenata soprattutto da

  • rete di ricarica ancora insufficiente,
  • scarsa autonomia delle auto elettriche,
  • elevati prezzi delle auto elettriche,
  • bassa quota di “elettricità verde” (attualmente in Italia l’energia da fonti rinnovabili costituisce ancora meno del 20% del totale dei consumi finali lordi di energia).

Per arrivare al 2035 mancano ancora tredici anni, quindi dovrebbe esserci tempo a sufficienza per migliorare tutte le suindicate criticità.

Chiaramente, se dal 2035 tutte le auto e i furgoni di nuova immatricolazione dovranno produrre zero emissioni di CO2, il mercato dell’auto sarà sempre più pesantemente impattato da questo traguardo.
Già da qualche tempo i costruttori stanno immettendo sul mercato sempre meno modelli a benzina o diesel.
Ad aprile, per esempio, le vetture elettrificate hanno rappresentano il 43,6% del totale delle auto vendute in quel mese; il grosso di tale quota è stato costituito dai vari tipi delle ibride (ibride ricaricabili, ibride non ricaricabili, ibride plug-in), che, se non ho capito male, saranno comunque destinate a scomparire anch’esse.

Inoltre, se dopo il 2035 potranno essere venduti solo automezzi con zero emissioni di CO2, immagino che diventerà sempre più difficile rivendere l’usato di tutti gli altri veicoli.