L’ultima volta che è stata sfiorata una guerra nucleare risale agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso, quando la crisi dei missili di Cuba portò gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica a un confronto talmente serrato da rischiare di trasformarsi in un conflitto atomico.

Ad una prima rapida analisi la suindicata situazione di circa sessant’anni fa potrebbe sembrare in parte simile alla presente crisi Ucraina, però i due contesti sono profondamente diversi, perché gli atteggiamenti dei due contendenti attuali differiscono in modo sostanziale dagli atteggiamenti che il presidente americano e il segretario generale del partito comunista dell'Unione Sovietica ebbero tanti anni or sono.

Infatti, a quel tempo nessuno dei due antagonisti voleva realmente la guerra, quindi non fu troppo complicato trovare la maniera di uscire dallo stallo in modo tale che né John Fitzgerald Kennedy né Nikita Chruščёv dovessero perdere la faccia.

L’attuale problema sta proprio nel fatto che i protagonisti dell’epoca erano personaggi come Kennedy, Chruščёv, Fidel Castro, papa Giovanni XXIII, mentre adesso l’occidente è guidato da una persona imbarazzante come bidone Biden che i giornali americani descrivono essere un demente che scoreggia in pubblico, che si dimentica le cose, che ogni tanto cerca di parlare con persone che sono morte da tempo, e che non riconosce più certe persone.

A un Biden 80enne e in quelle condizioni non interessa particolarmente salvare la faccia, sia perché ormai l’ha già persa da un bel po’, sia perché il suo unico obiettivo sembra essere quello di sconfiggere Putin, il quale invece non vuole assolutamente perdere.

In una siffatta situazione risulta evidente che una rapida risoluzione della crisi sia pressoché impossibile, perché nessuno dei due avversari cerca la pace.

Bisognerebbe allora rendersi conto che la guerra è semplicemente una follia, sia quella d’attacco sia quella di difesa, e che la logica militare non porterà ad alcuna soluzione positiva, perché

  • le guerre si concludono sempre con un vincitore e con uno sconfitto,
  • nelle guerre si usano sempre tutte le armi disponibili.
Si ritorna quindi al problema della qualità dei governanti attualmente disponibili, che purtroppo è scarsissima.
Biden, come si è già visto, viene descritto come un rimbecillito, ma mi sembra che anche i suoi  alleati non siano molto meglio di lui, visto che i vari Mario Draghi, Boris Johnson, Emmanuel Macron, Olaf Scholz, Ursula Gertrud Von der Leyen, e compagnia bella, gli si sono supinamente accodati contro ogni logica sia umana che economica.

Peraltro personalmente penso che tutta questa scodinzolante congrega di governanti, si stia comportando in un modo vigliacco, perché tutti loro nella sostanza sono in guerra contro la Russia, ma, non potendo/volendo farlo apertamente, si limitano a farla per procura inviando in modo vile delle armi e dei soldi in Ucraina, lasciando poi che là le persone muoiano a migliaia come mosche.
Tutti loro sanno benissimo che la gente occidentale non sarebbe disposta ad andare a morire per gli ucraini, quindi i nostri governanti preferiscono agire in un modo subdolo e opaco che considero da codardi.

Adesso perfino donna Giorgia Meloni sembra essersi trasformata in una fervida Dragloni, la quale ha cominciato a incamminarsi lungo il funesto tragitto tracciato dal banchiere romano.

L’unica persona che si sta dimostrando all’altezza della situazione è papa Francesco, che però viene spesso censurato e oscurato dalla martellante propaganda bellicista.

In un simile contesto sembra allora che l’unica soluzione per interrompere rapidamente quello straziante spargimento di sangue sia un immediato cessate il fuoco, che lasci poi a una resistenza non violenta alla Gandhi il compito di reagire all’oppressione.
I tempi diventeranno magari un po' più lunghi, ma in questo modo certamente saranno salvate tante vite.

A margine e a titolo di appunto scrivo che viene quasi il sospetto che la crisi in Ucraina sia stata premeditatamente orchestrata nella supposta illusione che un eventuale nuovo Piano Marshall tra i Carpazi, con la prosperità che ne sarebbe conseguita, avrebbe consentito di superare e nascondere una buona parte di quei grandi e difficili problemi che attanagliano l’occidente.
Il grosso guaio però è che quell’illusione rischia seriamente di trasformarsi in una supposta (in questo caso questo termine non viene inteso nel suo senso di “ipotizzata”).